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I DIRITTI DELLE DONNE


I diritti delle donne.

Un fattore fondamentale per l'umanizzazione della società e la liberazione delle donne da un ordine sociale patriarcale, uno degli strumenti dello sfruttamento dei Vipra (intellettuali) e dei Vaeshya (capitalisti). La loro dominazione da parte dell'uomo è cominciata dai tre ai quattromila anni fa, durante la fase ascendente dell'era Vipra. Nell'era Vaeshya (capitalista) ha raggiunto il suo punto culminante. Secondo i seguaci di Marx, il surplus nell'agricoltura ha permesso il lavoro salariato ed il suo conseguente sfruttamento. Credevano che la dominazione del maschio sulla donna fosse basata sul suo potere economico e sulla macchina militare, non sono però riusciti a dare la giusta importanza al fenomeno psico sociologico della sua dominazione.

Le istituzioni religiose hanno per prime iniziato il soggiogamento e la subordinazione della donna. Le religioni ebrea, cattolica ed islamica sono un esempio del carattere patriarcale, vedendo la supremazia di un Dio Padre in cielo, un re o un sacerdote nella società ed un padre nella famiglia. Secondo queste religioni le donne non possono essere ordinate sacerdote. La religione islamica si spinge oltre consentendo al maschio, ancor oggi, un matrimonio multiplo. Anche il sistema di divorzio, nella legge islamica, è discriminatorio nei confronti della donna. In India, nel 7° secolo, Shankaracarya e i suoi seguaci bramini hanno segnato il destino della donna e soltanto nel 20° secolo questi sistemi oppressivi sono stati aboliti. La loro caratteristica psicologica, però, è ancora lontana dallo scomparire.

Lo sfruttamento delle donne assume forme differenti in diverse parti del mondo. Nell'era Vaeshya, nei paesi sottosviluppati, le donne sono vittime di uno sfruttamento economico diretto. Essendo state private della loro stabilità economica, una certa parte delle donne sole sono state obbligate alla prostituzione.

Nel mondo occidentale la condizione socio economica della donna è molto migliore, ed è anche meglio di quella dell'uomo stesso nei paesi sottosviluppati. Il problema, nella società occidentale, è soprattutto psicologico e culturale, piuttosto che economico e politico. È la psicologia sociale consumistica ad influenzare l'atteggiamento dell'uomo nei confronti della donna.

L'influenza religiosa sulla psicologia sociale e la scuola di pensiero Freudiana sono entrambe responsabili degli atteggiamenti e dei comportamenti nei confronti delle donne. Freud, assoluto sostenitore della superiorità del maschio, affermò che la donna ha una coscienza meno sviluppata ed è più narcisista.

Da una parte all'altra del mondo ci sono notevoli differenze nella psicologia e nelle situazioni, la lotta per la liberazione della donna non può essere quindi la stessa ovunque. Il carattere ed i valori interiori hanno una maggiore importanza nel mondo orientale, mentre i valori oggettivi esterni hanno creato problemi d'identità e senso d'insicurezza soprattutto nelle donne occidentali che devono sempre verificare il proprio valore in termini di capacità economica, posizione politica e stato sociale.

Se i movimenti per la liberazione della donna potranno identificarsi con tutte le lotte di liberazione e presentarsi come rappresentanti dell'antipotere, allora le donne potranno acquisire una tremenda influenza sulla lotta per una nuova società; i valori neo umanisti dovranno costituire i fattori guida di questi movimenti.

L'idea della rivoluzione sessuale ha influenzato molto il pensiero radicale dell'occidente in questo secolo. È vero che codici sociali rigidi e innaturali sono stati causa di degenerazione nelle società religiose ortodosse, e che la soppressione dei desideri porta infine a problemi e disturbi di carattere psicologico. Questo fatto è stato accettato sia dal Tantra che dalla psicologia applicata. Per citare P.R.Sarkar: "La limitazione forzata della libertà porta la mente umana ad una reazione ostile e come risultato, la purezza va velocemente in rovina. Questa è una delle ragioni della mancanza di purezza nelle cosiddette società sviluppate di oggi". È comunque un fatto che, anche le relazioni sessuali senza restrizioni, danneggiano l'aspetto emozionale e possono portare seri problemi nella vita della donna.

Quando si darà più importanza ai valori umani cardinali piuttosto che ai valori sociali, le attitudini ed i comportamenti nei confronti delle donne cambieranno. Si deve dare più importanza al fatto che la dignità non dipende dallo stato sociale, economico o politico, ma dall'applicazione pratica dei valori cardinali nella vita individuale e collettiva. Le donne non sono oggetti di godimento, né macchine da lavoro, come vengono solitamente considerate. Danno consolazione e sono anche madri, sorelle, figlie e mogli. Una più profonda comprensione di queste relazioni potrà evitare i complessi di identità e di valorizzazione e potrà aumentare l'opportunità per una crescita armoniosa nelle relazioni sociali.

È essenziale analizzare la dimensione psicologica dei diritti della donna che è stata trascurata in occidente. Come filosofo e psicologo P.R. Sarkar ha dato nuova luce a questa materia. La società si costruisce con una cooperazione coordinata e non subordinata. All'alba della civiltà l'uomo e la donna hanno diviso le responsabilità con spirito di cooperazione. L'analisi storica dimostra che i diritti delle donne non sono stati strappati d'un tratto come il potere politico.

Le donne hanno delegato le proprie responsabilità all'uomo con fiducia e buona volontà, ma questi se ne è appropriato spingendole in una posizione subordinata. Considerando la situazione da un punto di vista socio psicologico e non socio politico ed economico, questa non può essere assimilata ad una semplice soppressione dei diritti, ed il movimento per questi non può avere la stessa natura, ad esempio, di un qualsiasi movimento sindacale. La meta della lotta per la liberazione a questo riguardo non è quella di creare due classi antagoniste come potrebbe essere nelle sfere politica ed economica, ma di realizzare l'unità umana nello spirito della cooperazione coordinata. Per questo Sarkar commentò: "E dovere dell'uomo restituire gradualmente alla donna i suoi diritti.".

L'uomo ha una grande responsabilità nella realizzazione di tale atmosfera e di un ambiente favorevole all'emancipazione delle donne. Tale lotta di liberazione, come ogni altra lotta, non può avere una natura isolata, deve essere piuttosto parte di una rivoluzione sociale e culturale di carattere globale. Le responsabilità dell'uomo nella condizione delle donne non sono meno importanti.

Nella preparazione di una qualsiasi lotta rivoluzionaria, il nemico, il sistema di sfruttamento e la meta stessa della lotta devono essere chiaramente identificati. Gli pseudo valori e le attitudini antagoniste creano barriere tra l'uomo e la donna, e quindi la nostra lotta potrà terminare soltanto quando sarà raggiunto lo stato effulgente del Neoumanesimo, lo stato ultimo di unità e amore.

2007-04-22 I DIRITTI DELLE DONNE

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